Negli anni Quaranta iniziò negli Stati Uniti d’America un filone di studi sul rapporto tra il Quoziente di Intelligenza (Q.I.) del bambino/ragazzo e il suo futuro successo lavorativo e personale. I dati raccolti mostrarono dei risultati tutt’altro che scontati per la società di quel periodo: un alto Q.I. non era sufficiente a determinare il successo personale e lavorativo di una persona. Negli ultimi anni, con la globalizzazione e il confronto con diverse culture, i limiti del concetto di Intelligenza espresso dal classico “Q.I.” sono emersi in maniera ancora più evidente. Nasce negli anni Ottanta il concetto di intelligenze multiple che includeva almeno sette diverse intelligenze (Gardner, 1983, 1999): logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, corporeo-cinestetica, interpersonale e intrapersonale. Quest’ultima, in particolare, comprendeva dei concetti prima completamente estranei al concetto di intelligenza, quali l’abilità di comprendere le proprie e le altrui emozioni e di incanalarle in forme socialmente accettabili. Il concetto e il termine stesso di Intelligenza Emotiva viene definito e utilizzato per la prima volta nel 1990 in un famoso articolo di una rivista scientifica. La sua popolarità e applicazione in ambiti formativi ed educativi inizia invece nel 1995, con la pubblicazione del famoso libro di Daniel Goleman: Emotional Intelligence: Why it Can Matter More Than IQ. Questi due eventi segnano l’inizio di un dibattito scientifico ancora oggi molto intenso, volto a trovare una definizione del costrutto di Intelligenza Emotiva. Nonostante si siano sviluppate diverse correnti di pensiero e siamo ancora distanti dal raggiungere una definizione condivisa di Intelligenza Emotiva, questo ha portato in generale un beneficio, proprio partendo dal punto di vista che l’Intelligenza Emotiva è un concetto complesso, multi- e inter-disciplinare, con dei confini imprecisi e che sfugge a qualsivoglia “semplificazione”.

Le premesse su cui si basa il concetto di Intelligenza Emotiva tuttavia sono solide e sono riconosciute da ogni teoria:

– Le emozioni svolgono un ruolo importante nella vita quotidiana;

– Le persone possono variare nella loro capacità di percepire, comprendere, usare e gestire le emozioni.

– Queste variazioni possono influire sull’adattamento individuale in una varietà di contesti diversi, non solo professionali.

Le diverse definizioni di Intelligenza Emotiva, invece, ci danno un indicazione delle diverse interpretazioni e modelli che studiano questo campo.

E’ stata considerata come la capacità:

  • di percepire e esprimere emozione, assimilare l’emozione, comprendere e ragionare con emozione, regolare l’emozione in se stessi e negli altri (da Salovey e Mayer, 1990).
  • di adattarsi, modellare e selezionare gli ambienti attraverso l’uso di processi emotivamente rilevanti (Gignac, 2010, modello a sette fattori di I.E.)
  • di agire efficacemente nel contesto di emozioni e pensieri carichi di emozioni, di usare le emozioni come informazioni (Ciarrochi and Godsell)

Oppure come una raccolta di competenze e abilità emotive e/o sociali:

  • che determinano quanto efficacemente affrontiamo le richieste di ogni giorno, comprendiamo ed esprimiamo noi stessi, comprendiamo gli altri e ci relazioniamo con loro (Bar-On, 2006).
  • che ci permettono di riconoscere, comprendere e utilizzare informazioni emotive su noi stessi (o sugli altri) allo scopo di portarci a prestazioni efficaci (Boyatzis, 2009).
  • che ci servono a percepire le emozioni (sia in se stessi che negli altri), ci aiutano a regolare le emozioni e ad affrontare efficacemente le situazioni emotive (Zeider et al., 2009).

Secondo Kaplan lo studio dell’Intelligenza Emotiva è utile in primo luogo per identificare le variabili socio-emotive che rappresentano conoscenze, capacità, abilità e altri fattori (KSAO) che consentono ai leader di influenzare i risultati organizzativi (Kaplan et al., 2010).

La classificazione più famosa nella letteratura scientifica è quella in quattro branche che rappresentano quattro abilità correlate tra loro: a) Percezione delle Emozioni; b) Uso delle Emozioni per Facilitare il Pensiero; c) Comprensione delle Emozioni; d) Gestione delle Emozioni (Salovey e Mayer, 1990). La prima abilità consiste nella corretta percezione, identificazione e riconoscimento delle emozioni nella propria esperienza soggettiva, oltre che nel comportamento di altre persone. La seconda dimensione riguarda l’assimilazione delle emozioni con il pensiero e la soluzione dei problemi. La terza abilità consiste nella corretta comprensione delle emozioni, compresa la comprensione dei fattori scatenanti, le fasi del processo emotivo e il corretto sequenziamento degli stati emotivi. La quarta e ultima abilità è la capacità di regolare i propri stati emotivi, nonché la capacità di gestire le emozioni e le sensazioni degli altri.

La definizione più popolare di Intelligenza Emotiva è invece quella di Goleman: “la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”.

Sulla falsariga di Salovey e Mayer, Goleman distingue cinque tipi di Intelligenza Emotiva:

  1. La conoscenza delle proprie emozioni – Consapevolezza di sé: anche chiamata autoconsapevolezza, intesa come la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. Comporta la conoscenza dei propri stati interiori: preferenze, risorse e intuizioni.
  2. La regolazione delle emozioni – Padronanza di sé: la capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati, si fonda sull’autoconsapevolezza. Comporta la capacità di controllare i propri stati interiori, i propri impulsi, le proprie risorse.
  3. La motivazione di se stessi – Motivazione: la capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo ovvero la capacità di ritardare la gratificazione e di controllare gli impulsi. Comporta tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi.
  4. Riconoscimento delle emozioni altrui – Empatia: la capacità di cogliere i sottili segnali sociali che indicano bisogni o desideri altrui. Comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui.
  5. Gestione delle relazioni – Abilità sociali: abilità nelle relazioni interpersonali. Comportano abilità nell’indurre risposte desiderabili negli altri.

Il Mind Training Institute ha sviluppato conoscenze teoriche e tecnico-pratiche per consentire a chiunque di incrementarla. Il nostro super-corso EQ+® trasmette ai partecipanti conoscenze e tecniche di PNL, Mindfulness, Visualizzazione, Training Autogeno, Coaching, il tutto collegato al sempiterno Sapere Filosofico e alle scoperte delle Neuroscienze. Il corso EQ+® ha infatti l’obiettivo di potenziare l’Intelligenza Emotiva dell’individuo fornendogli innovativi strumenti teorici e pratici per applicare queste tecniche e conoscenze in ambito clinico, sociale ed educativo, nella comunicazione e cooperazione, nella formazione e negli ambienti di lavoro.

Gli obiettivi del corso sono:

  • Misurare la propria Intelligenza Emotiva
  • Conoscere i meccanismi mentali e fisiologici delle emozioni, così da riconoscerle e sapervi accedere.
  • Conoscere cos’è l’intelligenza emotiva, come si può misurare e allenare, con quali vantaggi per la realizzazione personale e di gruppo.
  • Diventare più consapevoli dei propri stati emotivi così da identificare gli stimoli che possono minare le proprie prestazioni.
  • Gestire le proprie emozioni, anche nelle situazioni difficili, per trasformarle in punti di forza e per migliorare la propria efficacia nella relazione con gli altri.
  • Allineare le proprie intenzioni e il loro impatto, per costruire relazioni forti e collaborative.
  • Comprendere e gestire le emozioni altrui, orientando i pensieri e le azioni verso forze e obiettivi costruttivi.

Le Edizioni del Corso sono 2: a) Una Edizione Breve, di 6 h, tutte in una sola giornata (solitamente domenica); b) Una Edizione Residenziale, di 1 settimana intera (o di 3 giorni) in Appennino. Scrivici a pnl@mti.training, oppure a daniele@mti.training e ti daremo tutte le info aggiornate sulle date, i prezzi e il programma dettagliato.

Dr. Daniele Bondi e Dr. Simone Pernigo